lunedì 11 febbraio 2008

Addio Angese




E' morto il vignettista
Angese (per l'anagrafe Sergio Angeletti). Era uno dei più bravi. Ma soprattutto era stato il primo "grande" con cui eravamo entrati in contatto. Quando nel '98 Bengodi era solo un sito satirico creato da un gruppo di ragazzi foggiani lui ci diede la possibilità di pubblicare le sue vignette, ne disegnò anche alcune apposta per noi e ci chiese una mano anche per un corso per autori satirici. Qualche volta chiese aiuto Silvio per problemi col pc. Ci impegnamo a non dimenticarlo mai. Troveremo un modo per dedicargli uno spazio su Bengodi.

Vi invitiamo a leggere un estratto dell'articolo del suo amico Jacopo Fo: http://www.jacopofo.com/


Sergio e’ morto. Stroncato da una malattia che non aveva lasciato speranze.
Ma potremmo dire che e’ stato abbattuto mentre caricava a cavallo le trincee fortificate dei demoni. Sergio e’ stato un grande combattente per la liberta’.
Uno che ha sempre messo la sua dignita’ di fronte alle convenienze.
Uno dei piu’ grandi disegnatori italiani, giornalista e vignettista acuto, originale e geniale, al quale questo sistema di merda ha negato la possibilita’ di lavorare.
Le grandi testate per le quali disegnava lo hanno via via cacciato perche’ non riusciva proprio ad arruolarsi nel manierismo leccaculo dominante.
Dentro di me io piango il fratello che mi ha lasciato, ma sento che sia giusto innanzi tutto ricordare che era un combattente della liberta’ di pensiero, armato di un pennello sublime. E credo sia giusto dire che molto nella sua malattia ha pesato l'essere cacciato, esiliato, lasciato per anni senza lavoro.
Lui non ha mollato, ha continuato giorno dopo giorno a pubblicare le sue straordinarie storie su www.angese.it.
Giorno dopo giorno, nonostante nessuno lo pagasse per farlo. Incredibile costanza.
E' andato cosi’ avanti per anni. Tentando continuamente nuove strade, resistendo nel dialogo con un pubblico di amanti della satira che lo avevano scovato nella rete.
Sergio ha collezionato una quantita’ incredibile di porte sbattute in faccia. L'unico lavoro che gli era restato era uno spazio quotidiano sulla Nazione-Resto del Carlino, pagato una cifra vergognosamente bassa.
Uno spazio concesso quasi con fastidio, in una situazione nella quale qualunque sua proposta veniva bruciata sul nascere.
Sopravviveva in quello spazio perche’ non aveva altro e non voleva smettere di raccontare, comunque, a un grande pubblico.
Un genio al quale e’ stato impedito di lavorare, di produrre le sue infinite idee.
Lascia una casa che ha costruita pezzo per pezzo e che e’ un capolavoro di eleganza e fantasia.
Lascia una quantita’ enorme di disegni e storie. E molti amici.
Per ultimo ci ha regalato anche l'esperienza di vedere un uomo che affronta la morte con chiara coscienza della sua imminenza, continuando a vivere e amare la vita. (...)
Sergio se ne e’ andato con grande eleganza, magro da far paura, con in testa il basco con la stella rossa, la barba quasi bianca, estremamente bello anche se scheletrico.
Elegante come quando cavalcava lo stallone bastardo che aveva comprato a prezzo di carne da macello e trasformato in un magnifico alleato.
Bastava un piccolo segnale delle redini e lo spostamento indietro del corpo e il cavallo iniziava a camminare a marcia indietro e sembrava danzasse. (...)

PS: Il corpo del grande Sergio Angese, verra’ bruciato. Le ceneri saranno sepolte nel territorio libero dell'Universita’ di Alcatraz secondo le sue ultime volonta’.
Sulla strada che va alla torre, la’ dove sono le pietre dipinte, seppelliremo l'urna con le sue ceneri sotto una grande pietra sulla quale sara’ dipinto Astarte, il suo cavallo.
Chi passera’ da quelle parti potra’ parlare ad Angese.
Lui ha promesso che ascoltera’.

Che tu possa cavalcare in eterno nelle praterie del cielo.

Jacopo Fo

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