venerdì 8 febbraio 2008

Democrazia relativa



Bell'articolo di Simone Marchi pubblicato nel
Magazine di Malatempora


Non solo guerre, torture, persecuzioni giudiziarie. Sullo stato attuale delle violazioni dei diritti umani, nel suo rapporto annuale Human Rights Watch sceglie questa volta di concentrarsi sulla fretta con cui l'Occidente dà il loro benestare a elezioni tutt'altro che democratiche, se queste avvengono in Paesi alleati. “Accettano elezioni irregolari per scopi politici”, scrive l'organizzazione umanitaria nel suo “Rapporto sul mondo 2008”. “Permettendo ad autocrati di apparire democratici, senza esigere da loro il rispetto dei diritti civili e politici.

Alcuni esempi? Dal Pakistan alla Giordania, dalla Nigeria alla Thailandia, nel 2007 “troppi governi hanno agito come se il solo fatto di andare al voto basti a definire democratica una nazione, e Washington, Bruxelles e altre capitali europee hanno accettato il loro gioco”, si legge nel documento di Hrw. Concetto labile, quello della democrazia, dunque, buono quando c'è da esportare valori e denaro e interressi, meno buono quando risulta essere fine a se stesso. Da sempre, seppur con l'enorme impennata post 11 settembre, la democrazia, o l'esportazione di essa, sono stati utilizzati a piacimento per coprire, con facili giustificazioni populiste, questo o quell'interesse. Oltre alle mezze democrazie, il 2007 ha però riproposto anche violazioni dei diritti umani nel senso più classico. Dei 75 Paesi esaminati dal rapporto, Hrw segnala in particolare “atrocità” in Ciad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Iraq, Somalia, Sri Lanka e Sudan, mentre l'organizzazione parla di “società chiuse o grave repressione” in Birmania, Cina, Cuba, Eritrea, Libia, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita e Vietnam. Tremate Stati canaglia il lungo occhio dei difensori del bene universale vigila su di voi e preparerà le sue democratiche esportazioni di valori, diritti e liberta. Chiaramente sono da escludere quelle nazioni amiche dell'Occidente e per questo immuni a critiche, sanzioni e guerre preventive.

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