sabato 1 marzo 2008

Non Stimo Nedved - la Scheda di Filippo Inzaghi



tratta dal libro NON STIMO NEDVED E TUTTI GLI ANTISPORTIVI di Giovanni de Paola e Daniele Fisichella (vedi post precedente)


Filippo Inzaghi - Superpippo

Pippooooooo, uno che segna sempre. Uno che segna in qualunque condizione possibile e immaginabile. Uno che senza il goal non riesce a vivere. I vicini di casa di Pippo Inzaghi dicono che quando ci sono in cortile le partite tra i bambini, se passa Pippo sono guai. Spesso capita che butta per terra le buste della spesa e si inserisce tra palla e avversario, facendo scudo col corpo.
A quel punto si appoggia con la schiena sulla pancia dell’avversario...
ed è lì che usa la pancia come materasso per rimbalzare e cadere in avanti. Accentua la caduta. Da terra alza lo sguardo, si mette in ginocchio braccia all’aria e guarda fisso negli occhi il portinaio del condominio. Il buon guardaportone non può far altro che indicare il tombino del rigore e concedergli l’estrema punizione tra le vibranti proteste di Mario, 12 anni, centrale di difesa diplomando alle medie inferiori e inquilino del primo piano e Gustavo, inviperito terzino che sul selciato non lo batti in velocità. Pippo batte. Non li sbaglia quasi mai. Infatti due secondi dopo
lo vedi sotto il balcone ad allargare le braccia alla sua maniera e a gridare “È mio!” (non credo abbia mai detto “È vostro”).
Questo immaginario aneddoto riassume una dote particolare di Pippo. Non è quella di simulare. No, Pippo non è banalmente definibile un simulatore. Pippo non inventa le cose “grezzamente”.
Pippo accentua. Pensare a Gilardino che con il Celtic, nella Champions 2006/2007, si lancia nel vuoto senza neanche essere sfiorato da vicino: che cafone della simulazione.
Per Filippo Inzaghi di Piacenza procurarsi un rigore equivale a un ricamo.
Mi ha fatto vincere tre fantacalcio su tre. Perché lui segna sempre.
Quando si procurava un rigore esultavo sempre. Ad Euro 2000 siamo 1 a 1 contro la Turchia e non riusciamo a portarci in vantaggio. Inzaghi è lestissimo a procurarsi un contestato rigore. Ogün si appoggia su di lui. Inutile raccontare il resto. In quell’occasione ho esultato come un ossesso.
Purtroppo in quei secondi vale la legge “ha ragione chi segna”, ma non si fa così.
All’estero non ha una grande immagine. Anzi ne ha una tipica dell’italiano mariuolo e imbroglione. Basta guardare la copertina del giornale tedesco Bild prima di Bayern – Milan, Champions 2006/2007. C’è la sua foto mentre cade a terra urlante con a fianco un titolo che dice tutto: “Il Bayern teme Pippo-l’imbroglione”, giocando sul soprannome Super-Pippo.
Nell’articolo è definito il re dei simulatori. Sicuramente i tedeschi temono, più che altro, la sua facilità nel segnare al Bayern. Infatti quella sera è proprio lui a regalare la vittoria ai rossoneri. Ma la bassa considerazione nei suoi confronti rimane. Gli episodi che riguardano Filippo sono tanti e non individuabili singolarmente perché Pippo è furbo. Fateci caso quando viene colto in fuorigioco non protesta quasi mai. Si limita a guardare il segnalinee e a fissarlo per un po’. Solo per mettergli un tantino di pressione addosso e dirgli: non segnalarmelo anche alla prossima. È come Baresi che alzava il braccio per chiedere il fuorigioco. Non puoi essere ammonito per questo, ma allo stesso tempo stai accampando all’arbitro il tuo diritto a qualcosa. E lo puoi fare tante di quelle volte che prima o poi ci casca e il portinaio del condominio di turno ti darà ragione.

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