mercoledì 19 ottobre 2011

10 considerazione semiserie sul censimento

1. Il Censimento costerà circa 560 milioni di euro, servirà a sapere quanti siamo. Tutti sti soldi spesi per soddisfare una curiosità? Che poi apri un giornale e c'è scritto: “lo dovranno compilare i 61 milioni di residenti in Italia”. Allora lo sapete quanti siamo!
 
2. Ti fanno un sacco di domane ma ti assicurano che le useranno contro di te. Un po' come quando tua madre ti diceva “voglio solo sapere se l'hai rotto tu il vaso, ma ti assicuro che non ti picchio” e se confessavi ti riempiva di botte lo stesso...
 
3. Molti punti di ritiro e di raccolta sono nei centri commerciali. All'Ipercoop per il 3X2, all'Ikea ti danno i fogli, la copertina e i punti per la cucitrice e devi montarteli tu.
 
4. Il censimento più famoso è quello in cui nacque Gesù Bambino. Ma all'epoca si andava tutti nella città dell'Imperatore e ci si faceva registrare lì. E' un po' come se andassimo tutti ad Arcore, sai che casino... ops...
 
5. Tutti devono compilare il modulo e dire dove vivono. Altrimenti rischiano una multa. Vabbè, secondo me i latitanti preferiscono la multa...
 
6. 84 domande e anche se rispondi bene a tutte non vinci nulla. Poi si lamentano se la gente preferisce i quiz di Gerry Scotti e Amadeus.
 
7. 84 domande. Il mio vicino mi ha chiesto di copiare. Ricordatevi che dalle statistiche finali vanno tolti due bambini piccoli, i miei sono stati conteggiati due volte.
 
8. C'è una domanda in cui ti chiedono se hai problemi di vista. E' scritta piccolissima. Se rispondi SI quella successiva è “e come cazzo hai fatto a leggerla”?
 
9.  9. Il primo questionario è stato fatto nel 1961. In quello del 1971 c'era una domanda che diceva: “Indicare se cieco, sordo, scemo di mente o mentecatto”. Oggi avrebbero dovuto riscriverla in un altro modo: “indicare se nonvedente, non udente, lettore di Libero o del Giornale”.
 
10. Dal 20 novembre arrivano i rilevatori a ritirarle nelle case. I rilevatori sono giovani laureati, lavoratori precari. I precari più precari d'Italia, lavorano solo in occasione dei censimenti, tre mesi ogni dieci anni.

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