domenica 15 aprile 2012

Il calcio che non mi piace

Oggi tutti piangiamo la morte di Morosini e ci indigniamo per la mancanza di controlli o per i piccoli ritardi nei soccorsi. Ma qualche anno fa si è tenuto a Torino un processo per abuso di farmaci, della salute dei calciatori non fregava niente a nessuno, l'hanno solo usato gli anti-juventini per sfottere i bianconeri o questi ultimi per dire che lo facevano tutti.

Per molti i calciatori sono solo miliardari con l'obbligo di correre (ma non mi risulta che Morosini o Mancini fosserei dei nababbi) e di riprendersi subito dagli infortuni, discorsi che gli appassionati di ippica non fanno nemmeno coi cavalli.

Mercoledì si riparte e subito ricominceremo, di solito con scuse risibili, a giustificare gli insulti ai morti avversari durante i minuti di raccoglimento, i buu razzisti, o gli striscioni “Vesuvio svegliati”, per non parlare delle lodi ai gesti anti-sportivi dei nostri calciatori, delle risse tra ultras, degli pseudo-giornalisti che pensano solo ad aiuzzare polemiche o dei tifosi che invocano Mussolini ma dicono no-alla-tessera perchè lede la privacy.

Non ho il potere né la voglia di convincere nessuno, mi basterebbe che i miei bambini venissero su con l'esempio di un papà tifoso che soffre quando vede le partite, si incazza quando perde ma non smette di essere sportivo e soprattutto umano...

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