giovedì 10 aprile 2008

Riccardo Orioles - San Libero 358



Tratto da LA CATENA DI SAN LIBERO di RICCARDO ORIOLES di questa settimana.


E' molto tempo che non ci sentiamo, ma questa è una settimana importante. E' il momento in cui, dopo quasi vent'anni di Weimar, cambia il regime. Vent'anni fa l'Italia esisteva ancora e non solo come espressione geografica, era un paese occidentale retto a democrazia parlamentare; era politicamente diviso fra una sinistra ancora in qualche modo espressione dei lavoratori e un centro democratico-moderato. Era un paese pacifico, che non faceva guerre da cinquant'anni. Aveva una magistratura libera, un inno nazionale, una bandiera. Vi erano sfruttatori, ma non col potere assoluto; politici corrotti molti, ma onnipotente nessuno. I giovani, a un certo punto, cessavano di essere ragazzi e diventavano uomini con dei diritti riconosciuti. Le donne erano pari agli uomini, e questo era ormai senso comune. Nessuno faceva guerre di religione. Religione civile, comune a tutti, era la Liberazione condotta insieme, monarchici e marxisti, operai e ufficiali, contro il nazismo. Milano era Italia, Italia era Napoli, italiani erano i rossi e italiani i neri. Alcuni dei migliori politici - i Moro, i Pertini, i Berlinguer - erano anche, per avventura, i più popolari. Nessuno di loro, oggi, troverebbe posto in una qualsiasi lista elettorale; nè se ne parla più.

Questa era la mia vecchia Repubblica e mi sembra giusto renderle fedelmente omaggio, ora che non c'è più. Nello stesso paese, vent'anni dopo, dei due unici capipartito autorizzati uno fa il pubblico elogio dei mafiosi ("Mangano? E' un eroe") e l'altro, in Sicilia, fa scrivere il programma elettorale a un Salvo Andò ("Basta coi professionisti dell'antimafia"). Uno vuol cancellare la Resistenza dai libri di scuola, l'altro s'era dimenticato di includerla nel progrmma del suo partito. Certo: non sono la stessa cosa. C'è sempre differenza fra gli Hitler e gli Hindenburg; non si resta neutrali. Ma i valori terribili, disumani, che ora minacciano di farsi nuovamente regime, non sono stati contrastati e amzi spesso ne ha subito il fascino anche chi doveva morirgli contro.

Così, eccoci qua. Senza far finta di niente cercando impossibili neutralità - si vota, senza se e senza ma, contro Berlusconi - ma senza nulla rimuovere e senza perdonare niente. Votare ora, contestare
domani: non saranno i notabili "democratici" a riportare la democrazia in Italia, sarà la generazione che cresce ora. Per essa, faticosamente, cerchiamo di riprendere la penna in mano.


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