mercoledì 5 novembre 2008

Obama presidente!



Primi commenti e reazioni alla notizia dell'elezione di Obama presidente degli USA:



LE PERLE

"bello, giovane e abbronzato" (Silvio Berlusconi)

"con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaeda è più contenta" (Maurizio Gasparri)





"Ho perso e me ne assumo tutta la responsabilità! Adesso è venuto il momento di rimboccarsi le maniche e di remare tutti dalla stessa parte!
Non esistono più repubblicani o democratici, ma solo cittadini degli Stati Uniti d'America!"
Nelle parole di Mc Cain c'è il marchio di una nazione che forse ha ancora la speranza di salvarsi!
Da noi questa speranza è morta da tempo: Berlusconi non accetterebbe mai, non l'ha mai accettata, la cultura della sconfitta, la dignità di chi è stato battuto!
A Berlusconi interessa solo essere il protagonista di qualunque vicenda si trovi a vivere! Alla faccia di chi muore nei ghetti! Alla salute di chi pasteggia a champagne a Wall Street!
Ed è questo il baratro che stiamo sormontando!
(Mariano Grossi)


Ma Berlusconi non aveva detto che secondo i suoi sondaggi era sicuro che vincesse McCain?
(Sandro Simone)


Onestamente: a un cinico italiano, che non riesce a entusiasmarsi per la politica da almeno venti o trent’anni, faceva impressione. La gente che si abbracciava, le lacrime, la gioia quella vera. Roba che da noi, al massimo, per una festa scudetto.
E poi la fiducia, la speranza, quasi la certezza del cambiamento, della svolta che “cambierà le cose”. E ancora, l’incredibile partecipazione dei ragazzi: ve le immaginate, da noi, le folle di sedicenni che urlano “Veltroni, Veltroni” o “Rutelli, Rutelli”? Più in generale, è la passione per la politica che almeno qui a New York colpisce. La gente che ne parla dappertutto, che litiga mangiando hot dog sui marciapiedi, che si riunisce in gruppi d’ascolto con birra e pop corn per vedere le elezioni in diretta. E’ buffo: tanti anni fa ho vissuto a New York per sei mesi e questa città mi sembrava senza ideali, rispetto all’Italia di allora. Adesso è tutto rovesciato. Non so se è tutto merito di Obama. E soprattutto non so se questo confronto per noi è motivo di tristezza o al contrario è una luce in fondo al tunnel della rassegnazione. Perché tornare a sperare in qualcosa di meglio è possibile, ovunque. (Alessandro Gilioli da New York)


Habemus papam - Va bene, hanno eletto il negro. E allora? Era nell'aria da anni, era ciò che voleva la gente. I media, fatti per imbrogliare, hanno fatto i salti mortali per convincerci che il mondo reale non esiste e che quello fasullo è vero. Ci sono riusciti per qualche anno, spendendoci dei miliardi. Adesso, dalle porte riaperte, entra liberamente la pioggia e il sole. Si comincia a tornare nella vita vera. (
Riccardo Orioles)


(...) il migrante keniota di seconda generazione Barak Obama è un ragazzo del 1961, come José Luís Rodríguez Zapatero in Spagna. In Francia, ed è un conservatore, è presidente il figlio di un immigrato ungherese, Nicolas Sarkozy. In Germania è cancelliere una ragazza dell’Est, Angela Merkel di origini umili come Gordon Brown, il primo ministro inglese. In Cile una ex-esiliata politica, Michelle Bachelet, è presidente e in Argentina è presidente una donna peronista, Cristina Fernández. In Brasile un operaio, Lula da Silva, con un dito maciullato sotto un tornio sta governando il paese con lealtà verso i suoi elettori. In Bolivia è presidente un indigeno, Evo Morales il padre del quale non sarebbe neanche potuto entrare nella piazza principale di La Paz, vittima dell’apartheid come quelli del Congresso nazionale africano che oggi governano il Sud Africa. In Venezuela è presidente un meticcio dell’Orinoco, Hugo Chávez, figlio del mescolarsi secolare di generazioni di schiavi e di indigeni, le grandi maggioranze escluse che stanno cambiando il paese.
Comunque la si pensi di questi governanti sono donne e uomini di una nuova generazione, di un mondo nuovo e di un secolo nuovo. Solo in Italia governa l’uomo più ricco del paese, Silvio Berlusconi, un uomo anziano e vecchio d’idee, sessista, razzista, volgare, bugiardo, corrotto e corruttore. Solo in Italia governa, e con quali compagni di ventura, i Gasparri, i Calderoli, un mostro del passato. Il prossimo muro, per quanto alto ci appaia, lo dobbiamo abbattere noi! (Gennaro Carotenuto)



(Un "nero" alla Casa Bianca è quello che ci voleva per rimescolare le carte, ma soprattutto per dimostrare che una volta tanto il cognome importante non serve. Come Maradona, che ha fatto carriera senza santi in Paradiso, così per Obama: non dicano grazie a nessuno. (Stefano Troilo)

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