sabato 12 giugno 2010

Dillo con un politico...

Ricevo dal mio amico Michele Frattulino e volentieri pubblico questo simpatico racconto...


Con un tempo da Lupi, con un buio Fitto e a Marcegaglia forzate, raggiungemmo piazza San Giovanni, ov’era prevista per il giorno successivo, manco a dirlo sabato, una grossa adunata durante la quale sarebbe stata Letta una dichiarazione congiunta che avrebbe varcato tutti i conFini;
L’allestimento di un megapalco, composto da Pannella impilabili, impegnava da giorni centinaia di migliaia di simpatizzanti; la sovrintendenza era stata affidata a Bertolaso pigliatutto, questa volta senza chiedere il Bonaiuti a nessuno; per la notte eravamo equipaggiati con dei Sacconi a pelo, che facevano proprio Schifani perché dozzinali; contemporaneamente si lavorava a un pennone chilometrico da far sVendolare e ogni tanto ci si riscaldava con un Cicchitto di vino de li Castelli, spillato a volontà da grossi Calderoli.
Vigilava su tutti, per evitare Casini, un agente segreto: Bondi!James Bondi, appassionato estimatore delle canzoni di Bindi, invitando tutti a stare Bonino.
Per togliere eventuali Maroni dal fuoco, era stato designato Ignazio, che non disdegnava certamente La Rissa, affiancato da Mara, una Brunetta della (G) Carfagnana con due Rotondi Meloni, e dai Capezzoni turgidi, da far diventare Matteoli chiunque, alla quale era stato regalato un bel mazzo di Floris; improvvisamente fuoriuscì una Vespa che pungendole il viso, le causò un enorme Bossi; Fortunatamente c’era un Santoro indiano che spalmandole un unguento miracoloso, evitò il peggio.
Al Tremonti, tutti svegli per la prima colazione; sorseggiammo del caffè alla Napolitano, ma l’organizzazione non aveva provveduto alle cibarie; manco dei semi di Scajola!
Così si diede la Zaia sui piedi e dovette assistere alla défaillance di un gran numero di convenuti; E adesso come Fazio? – chiedeva l’imberbe Gasparri rivolgendosi a Vito.
Ci pensò Umberto dal cuore Di Pietro, che da vero Draghi, con un ulteriore colpo di Cota tale da sollevare un Polverini, riuscì a superare anche quest’ostacolo.
Requisì due forni e promise ai convenuti di alleviare loro i morsi della fame, subito dopo il saluto del Santo Padre che, sebbene raffreddato presenziò alla manifestazione.
Trovatosi davanti San Guido, esclamò: “ È kkosa puona e Giusti! Habemus pappam Ber sani e anche ber ammalati”.
Nel Frattini sopraggiunse proveniente da Ronchi dei Legionari, su una vecchia Brambilla, SMS (a voi l’interpretazione); Stringeva tra le dita un Bocchino d’avorio finemente lavorato; salì sul palco; le sue gambe non facevano Prestigiacomo Prestigiacomo e in men che non si dica, iniziò il suo comizio; il resto è storia d’oggi.


Ps. La promessa, come tutte le altre, venne mantenuta anche se poche ore dopo, colti da un malessere generale, fummo costretti ad assumere dell’enteroGelmini.
Le cause sono ancora ignote, ma confidiamo nella Giustizia e nei vari TAR.
Circa le presenze in piazza, onde evitare la solita guerra dei numeri, il ministro della pubblica istruzione sta provvedendo alla riforma dei pallottolieri, che su suggerimento di Angelino, verranno sostituiti con dei nodi ai fazzoletti, ma non quelli di Savoia, su appositi pezzi di corda.

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