lunedì 5 luglio 2010

Acque minerali

ricevo e volentieri pubblico dal mio amico Michele Frattulino...


Ciao, sono CUTOLO, nato a SAN BENEDETTO, in una ROCCHETTA circondata da MONTICCHIO e ULIVETO.
Viaggiavo con la mia GAIA e AMOROSA FABIA, una ragazza ITALA SVEVA dalla faccia ANGELICA, una NORDA tutta PANNA, con un LIEVE trucco e con ai piedi dei SANDALI, acquistati in quel di NOCERA UMBRA, a bordo di una FERRARELLE color LILIA, diretti a SANTA MARIA DEGLI ANGELI, per vedere il famoso AQUARIUS allestito nella VALLE REALE.
Cantavo “acqua azzurra acqua chiara” e lei per ELISA, quando ci venne una gran LETE, per la quale avremmo bevuto una GIARA di ACQUASPARTA;
poco dopo, intravedemmo una FONTE VIVA, ma non potevo accostare perché la strada era bloccata da FRASASSI.
Fortunatamente ho la VITASNELLA e, TRAFICANTE un pò, riuscii ad aprire lo sportello.
Con un GUIZZA, TELESE la mano alla mia LEVISSIMA AMATA, ma cadde la VERA nel PRATA sottostante.
“PARMALAT esclamai! Oggi è proprio NEREA”. Facendoci la SANTA CROCE, cominciammo a cercarla, ma altri pensieri attanagliavano la mia mente.
Dissi a FABIA: “Ci facciamo una SOLARIA? Qui non passa neanche un SAN PELLEGRINO; s’intravede solo un BOARIO lontano un miglio, sicuramente il proprietario di queste CAPANNELLE ” .
Acconsentì; entrammo in una di quelle e in un attimo mi mostrò la TOKA. Immediatamente tirai fuori il VISCIOLO e dopo una LEGGERA, LIEVE pressione, unimmo i due POPOLI.
Altro che SANGEMINI ! Provando un BRIO BLU , ci fu un GAUDIANELLO all’unisono, seguito in ULMETA da un evVIVIA.
Risalimmo in macchina, col proposito di sposarci cristianamente a FIUGGI , nella chiesa di SANTO STEFANO, il 26 di luglio, festività di SANT’ANNA, ma optammo per il PRACASTELLO di MONTE CIMONE, un tempo di RE COARO, nelle cui vicinanze scorreva un rio dall’acqua CRISTALIA e LIMPIA.
La CASTELLINA, tale VIVIEN, LAURITANA di nascita, amante degli animali, aveva a guinzaglio un SAN BERNARDO e in braccio, un cucciolo di TERRIER, mentre dietro di lei, poiché diGRIGNAva i denti, era legata con una grossa catena un’ORSINELLA bruna dal nome ALISEA a causa del suo alito, con un gonnellino di TULLIA color rosa.
Telefonammo a DON CARLO, pregandolo di raggiungerci per officiare il rito, ma essendo impossibilitato, diede l’incarico a fra’ PERRIER, che mi fece anche da testimone insieme a TABIANO; per la sposa, firmarono CLAUDIA e GIULIA.
Mi sentivo come un pesce FIORDACQUA!
Finita la cerimonia, sentendoci in PARADISO, brindammo con acqua DI FONTE TIONE e pagammo le spese con la carta AURA, togliendoci un grosso PEJO dallo stomaco.
Nove mesi dopo, nacquero SAN GIULIANO e la FRANCESCA.

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